Ottobre 04, 2024 - 0 Commenti
Oltre 200 vignaioli naturali spagnoli presenti sulla mappa di Raisin!
Micro-bodegas: una cultura antica
Nelle società spagnole tradizionali, il vino era una bevanda quotidiana. All'epoca, i vigneti erano diffusi in tutto il Paese ed erano parte integrante delle case familiari. Queste piccole aziende agricole, o micro-bodegas, davano struttura alla campagna spagnola e la produzione di vino era destinata al consumo locale e in particolare familiare. Tuttavia, una serie di cambiamenti ha portato al declino della “viticoltura da autoconsumo”. La prima specializzazione della viticoltura è avvenuta durante la rivoluzione dei trasporti (XIX secolo) e ha favorito le regioni della Mancha e della Rioja, in quanto la loro posizione strategica le collegava direttamente a Madrid e ai Paesi Baschi. Seguì la triplice crisi della fillossera, dell'oidio e della peronospora, iniziata alla fine del XIX secolo, che portò alla necessità di ricostruire i vigneti nazionali, favorendo i territori più adatti alla commercializzazione. Tuttavia, i principali cambiamenti nel settore vitivinicolo sono stati legati al massiccio esodo rurale iniziato negli anni '60, che ha portato all'abbandono di molti vigneti.
Di conseguenza, il contesto della produzione vinicola si è profondamente trasformato e negli anni '80 si è assistito a uno sviluppo significativo delle aziende a orientamento commerciale, a scapito delle micro-bodegas. A ciò si aggiunge la scelta delle varietà di uva, che si basa su una logica produttiva di resa, favorendo le varietà più robuste e redditizie.
In questo contesto, la maggior parte dei viticoltori non commercializza il vino a proprio nome, ma sceglieva di vendere le proprie uve ad aziende e cooperative che vendono bottiglie a milioni. In Spagna, ad esempio, si stima che ci siano circa 5.000 i viticoltori-produttori-imbottigliatori, contro i 20.000 dell'Italia e i 30.000 della Francia.
La rinascita delle micro-bodegas
Negli ultimi dieci anni circa, è emersa una nuova generazione di viticoltori desiderosi di rilanciare il modello della micro-bodega. Queste piccole aziende vinicole artigianali rappresentano un'opportunità per una nuova economia sociale e sostenibile e mirano a preservare le tradizioni vinicole e a ripristinare la biodiversità nei vigneti. Questi viticoltori tendono a fare un passo indietro, privilegiando varietà di uve autoctone e meno conosciute. Sebbene queste varietà siano talvolta più difficili da coltivare, permettono di esprimere meglio il terroir. Infatti, i vini prodotti da queste micro-bodegas trasmettono maggiormente l'identità del territorio e dei vitigni e riflettono chiaramente le condizioni dell’annata. Il lavoro dell'enologo in cantina richiede il massimo rigore e precisione, poiché si rifiuta di utilizzare pratiche enologiche come la filtrazione, l'aggiunta di aromi, solfiti o qualsiasi altro prodotto chimico. Le micro-bodegas sono veri e propri centri di innovazione viticola, che contribuiscono a rivitalizzare la viticoltura spagnola e le sue regioni celebrando l'artigianalità e la diversità.
Favorendo la biodiversità e i vitigni autoctoni, le microbodegas perpetuano una viticoltura rispettosa dell'ambiente e dell'identità locale, in linea con la filosofia del vino naturale.
I vitigni autoctoni caratterizzano l'identità dei vini naturali spagnoli.
Raisin segnala oltre 200 produttori di vini naturali spagnoli! E’ ora di condividere alcune delle nostre scoperte sui vitigni che caratterizzano l'identità iberica!
L'Alarije
L'Alarije è un vitigno tipico della regione dell'Estremadura, nel sud-ovest della Spagna. Questa uva bianca ha un contenuto zuccherino e alcolico molto elevato a piena maturazione. Nella regione di Las Villuercas, dove vive il vignaiolo Felipe Cerro Audije, i vini alcolici sono molto apprezzati e Felipe porta avanti la tradizione di famiglia con questo vitigno, che già suo nonno coltivava. Uno dei vantaggi dell’Alarije è che si adatta perfettamente al clima della regione - caldo e secco in estate, freddo e umido in inverno - ed è resistente alle malattie che qui si possono sviluppare.
Caiño Tinto
A centinaia di chilometri di distanza, troviamo il Caiño Tinto, un'uva rossa originaria della Galizia. Questo vitigno atlantico si adatta bene al freddo e ai terreni granitici della sua regione d'origine. Constantina Sotelo, vignaiola galiziana che vive e lavora nel villaggio di Cambados, ha scelto di lavorare con questo vitigno per perpetuare la tradizione vitivinicola locale e familiare. Il vino viene prodotto nella sua “micro-cantina”, di pochi metri quadrati, senza alcun intervento.
Lo Xare-lo
Originario dei soleggiati vigneti della Catalogna, lo Xare-lo è un vitigno a bacca bianca ancora ampiamente coltivato nella regione. Sebbene sia utilizzato anche per produrre vini fermi, lo Xare-lo è una varietà imprescindibile nella produzione di vini spumanti, in particolare il famoso Cava spagnolo. Resistente alla siccità, lo Xare-lo produce vini moderatamente alcolici con un'acidità vivace e note agrumate di pompelmo e lime. Lambert Perera Cortés, vignaiolo catalano, ha un legame speciale con questo vitigno e coltiva viti di Xare-lo che hanno 65 anni! Il suo metodo di lavoro in vigna rispetta la natura: la concimazione, ad esempio, avviene con compost, ed in vigna utilizza infusi naturali, come quello di ortica.
Curiosi di saperne di più? Sulla mappa di Raisin si possono scoprire 200 vignaioli naturali spagnoli!