Nel 2021 abbiamo lasciato Parigi, il nostro quartiere, il nostro lavoro e le nostre famiglie per arrivare a Randazzo, sul versante nord dell'Etna, con i nostri due figli di 1½ e 3 anni e la nostra voglia di fare vino. Avevamo solo conoscenze teoriche, grazie a tre mini-documentari che abbiamo realizzato sul vino naturale in Sicilia, Catalogna e Champagne (Rap, sigaro e vino naturale) e un libro che ho scritto e fotografato sul vino naturale in Catalogna (Es Brutal!, pubblicato da Cambourakis). Il progetto era agricolo: come prendersi cura del suolo con il minor intervento possibile? Come permettere a vermi, insetti e animali di proliferare? Come possiamo far coesistere quanti più antagonisti e biodiversità possibile? L'idea era quella di creare un equilibrio tra tutte le forme di vita, con la convinzione che il vino risultante sarebbe stato vivo e buono. Ma come passare dal desiderio alla realtà?

Grazie a Eric Narioo di Vino Di Anna, abbiamo trovato un giardino mediterraneo a 1.000 metri di altitudine, con 50 ulivi, 60 alberi da frutto e circa 1.000 viti prefillossera. Nevica d'inverno e fa caldo d'estate. La differenza di temperatura tra il giorno e la notte consente alle piante di riposare durante le ondate di caldo. Era il miglior punto di partenza possibile. È tanto un giardino dell'Eden quanto un giardino funzionante. Oltre ad essere bello, è eccezionalmente ricco e vario e ci fornisce cibo durante tutto l'anno. Produrre vino naturale è diventata una lotta amichevole e gioiosa.