Il nostro sogno dedicato alla produzione del vino nasce da una grandissima passione per il vino e per i nostri territori. Io e mia moglie Michela, alcuni anni fa, siamo rimasti folgorati dal mondo del vino, siamo diventati sommelier ed abbiamo iniziato a viaggiare cercando di conoscere le tante realtà vinicole italiane ed estere. Ogni volta che visitavamo un’azienda ci convincevamo sempre di più che anche il nostro territorio avesse molto da offrire ed è così che ha iniziato a germogliare nelle nostre teste questo progetto.
La mia famiglia possiede dal 1988 l’azienda, di 10 ettari di terreno, al centro del quale ha edificato la propria casa, facendone a tutti gli effetti il proprio giardino.
I miei genitori, come noi, hanno sempre fatto un lavoro diverso dall’agricoltura, ma non hanno mai voluto rinunciare alla tenuta, sacrificando ad essa tutto il tempo possibile: mia madre è una professoressa di francese e mio padre, come me, è un ingegnere.
Io e Michela dopo parecchio tempo investito a studiare il territorio, la sua composizione e la qualità delle uve che continuava a produrre, ci siamo convinti che potevamo vinificare aspettandoci ottimi risultati. L’azienda si trova sulle pendici del grande apparato vulcanico dei Colli Albani, i cui terreni sono il risultato dell’attività vulcanica risalente a 360.000 anni fa, in una posizione che risente degli influssi del mare. Le vigne risiedono sui prodotti vulcanici finali della fase "Tuscolano Artemisio", ovvero su terreni costituiti da tufi con scorie e lapilli, i quali donano una decisa impronta minerale ai vini. Il vulcano dei Colli Albani ha una caldera molto estesa, la quale ricade geograficamente in numerosi comuni dei Castelli Romani e fa di esso un vero e proprio Super Vulcano.
La nostra scelta a livello produttivo è stata il monovitigno; abbiamo scelto inoltre di vinificare solo le uve autoctone, per fedeltà al nostro progetto, in cui la valorizzazione del territorio è il pilastro centrale.
Crediamo fermamente che un’uva autoctona possa esprime al meglio le sue caratteristiche nel terreno sul quale è nata e dimora da sempre.
Produciamo attualmente due etichette, entrambe in purezza, il Libente ed il Cleto.
Il “Libente” è una malvasia puntinata al 100% ed il “Cleto” è grechetto, anch’esso al 100%; l’età delle vigne che attualmente vinifichiamo è di 16 anni; abbiamo anche altre varietà che vanno dai 30 ai 49 anni, con cui stiamo progettando una terza etichetta.
Noi coltiviamo da sempre con cura e rispetto i nostri vigneti, abbiamo ottenuto quest’anno la CERTIFICAZIONE BIOLOGICA (utilizziamo prodotti esclusivamente biologici dal 2017), scelta dovuta, poiché da sempre lavoriamo con questa filosofia e ci sembrava corretto ottenere anche formalmente l’attestazione di questo nostro metodo di coltivazione.
I vini nascono da un’accuratissima selezione delle uve, la quale ci ha obbligati nel 2018 ad una riduzione del numero di bottiglie prodotte in nome del mantenimento degli standard qualitativi che ci siamo imposti.
I grappoli vengono raccolti a mano in piccole cassette e controllati uno ad uno.
La vinificazione avviene in modo naturale, senza interventi in cantina, poiché è nostra grande convinzione che il vino si faccia in vigna e non in cantina; il nostro obiettivo è portare in cantina uve perfette poiché non vogliamo assolutamente ricorrere ad alcun aiuto successivo.
I vini affinano in acciaio, prolunghiamo almeno ad 6/7 mesi la permanenza sulle fecce fini.
In vigna la concimazione avviene tramite sovescio (vengono gettati semi di diverse specie di piante e legumi che cedono al terreno alcuni elementi che vengono consumati dalle piante durante l’anno); l’architettura della pianta è il Guyot. In cantina non viene fatto uso di prodotti chimici né vengono utilizzati prodotti di origine animale, da molti utilizzati per la chiarificazione e la stabilizzazione proteica Dal 2019 la vinificazione è di tipo naturale con lieviti indigeni e fermentazioni spontanee. Le quantità di solfiti sono minime (minori di 50 mg/l). Ci avvaliamo della preziosa collaborazione dell’enologa Letizia Rocchi.
Il nome “Libente" nasce dall’unione dei due venti che soffiano sulle nostre vigne, il Libeccio ed il Ponente. Dal 2020 la malvasia ha il nome “Lavente”.
Il nome “Cleto" è un omaggio ad Anacleto Fini, mio padre, che ha fortemente voluto la nascita e la continuazione dell’azienda dal 1988; inoltre Anenkletos in greco significa privo di colpa, irreprensibile, peculiarità che troviamo in continuità con l’immediatezza e la schiettezza di questa bottiglia.
Siamo molto felici di questi primi anni: abbiamo avuto da subito ottimi riconoscimenti, aspetto importante che ci ha dato sicuramente l’energia per proseguire con ancora più convinzione.
Siamo presenti su Facebook e instagram (emiliano fini viticoltore) ed il nostro sito internet è www.emilianofini.it