La Fede Indubbia, quella che ci porta a un punto, che probabilmente non vedremo mai, perché non c'è altra strada da percorrere, e comunque niente è più soddisfacente.
Magia, che fa sì che nascoste alla vista, alla luce, accadano cose inaspettate sottoterra, inaspettate nei tini, inverosimile nella bottiglia.
E anche la parte del bluff. Come potrebbe questo progetto, che ci sembra così scontato, in cui mettiamo tanta naturalezza, spontaneità, irrazionalità, tanti nostri pregi e difetti, forza di volontà a volte assurda, e spesso procrastinazione totale, riuscire a convincere qualcuno, noi compresi?
E quindi la sindrome dell'impostore, dalla quale non bisogna mai riprendersi.
In vigna:
Lavoriamo solo con vitigni interspecifici, vecchi e nuovi: Rondo, Pinotin, Solaris, Souvignier Gris, Prior, Monarch, Doc, Foch/Millot, 5455, Chambourcin, Landal Noir ecc...
Ci diciamo che una vite, come un albero da frutto, deve poter funzionare senza troppo intervento umano. Non lavoriamo il terreno e abbiamo solo previsto di trattare, se necessario, con tisane e letame.
Ci occupiamo solo di gestire l'inerbimento spontaneo in funzione delle condizioni climatiche (sfalciate e depositate sotto il filare) e di adattare il carico di uva a ciascun ceppo.
Nel seminterrato:
Vinifichiamo senza alcun input, in fondo a una cantina molto fresca, in vari contenitori, acciaio inox, terracotta, vetroresina, polietilene, legno, scelti per la loro capacità in vendemmia più che per la loro natura...
Sono 5 diversi appezzamenti piantati, uno all'anno dal 2018, per un totale di 1,5 ettari. Ogni trama è un "modello" diverso. Uno è un progetto di un'associazione di cittadini, un altro è stato piantato nell'ambito di un eco-luogo partecipativo, il più grande è una collaborazione con un ristorante a Bruxelles, gli altri due hanno trovato posto nella terra di agricoltori curiosi di vedervi crescere qualcosa di nuovo.
Tutto viene vinificato nella stessa cantina in una vecchia fattoria a Ottignies (20 chilometri da Bruxelles)