Giuseppe Calabrese ci ha accolte nella sua piccola, ma molte ben organizzata cantina nel centro del paese di Saracena.
È nato e cresciuto tra le vigne ai piedi del massiccio del Pollino, nella parte settentrionale della Calabria.
Già sua nonna Peppina possedeva 4 ettari di vigneto, circondati da ulivi secolari e macchia mediterranea, tra i 350 e i 600 m s.l.m., altitudine che conferisce una certa freschezza alle viti e quindi ai vini. Nelle vigne si trovano solo vitigni autoctoni, come il magliocco, la guarnaccia bianca, la malvasia e il moscato di Saracena, ed il terreno è composto da sabbia e argilla.
Un po’ come in tutti i paesi vecchi produttori di vino, Peppina produceva vino e olio per la sua famiglia e gli amici, lavorando senza prodotti chimici o additivi di alcun tipo. Le viti crescono così da sempre sane, dando vita a uve che conservano tutta l’autenticità espressiva del territorio. Un approccio così rispettoso in vigna è il preludio di un processo di vinificazione non invasivo e poco interventista, che parte da fermentazioni spontanee.
Quando Giuseppe ha ereditato i suoi tre piccoli vigneti, ha continuato a vendere le uve e a produrre vini secondo l’antica ricetta di famiglia, in modo molto semplice, vendendoli come vino sfuso agli abitanti del paese.
Solo nel 2013 ha deciso di iniziare a imbottigliare e produce ora circa 10.000 bottiglie all’anno, tra cui:
- Moscato di Saracena, un vino dolce tradizionale poco conosciuto al di fuori dei confini regionali
- Magliocco, un vino rosso molto tipico, dalla bevibilità semplice e diretta
- Guarnaccia, un vino bianco molto profondo con delicati profumi di resina di pino.
Insomma, Calabrese è per chi vuole riscoprire l’autenticità di un piccolo angolo di Calabria.