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Il mio approccio è legato soprattutto all’agricoltura alimentare, una visione olistica della produzione di cibo e risorse all’interno di un ecosistema da cui dipendiamo.
Scoprire e comprendere questo ecosistema ci permette di individuarne le ricchezze; il suo funzionamento ciclico gli consente di essere indipendente da apporti esterni. Pertanto le piante che coltiviamo possono essere curate con l'aiuto delle risorse del loro ambiente, invece che di input esterni.
Il vino è la produzione principale, la diversificazione dell'azienda agricola è solo agli inizi (dal 2020). Ma anche perché l’atto di trasformare l’uva in vino è un lavoro affascinante che lega profondamente l’uomo e il frutto da lui coltivato.
La vite è vista come un partner mistico, che attraverso le sue lunghe viti e le sue radici profonde fornisce sottili collegamenti tra diversi strati del mondo fisico, ma anche tra lo spirito umano e lo spirito della natura, attraverso l'alchimia degli effetti del vino.
Ecco perché il mio rispetto per le vigne che curo deve applicarsi indefettibilmente al succo che ci offrono: così gli appezzamenti vengono vinificati separatamente e con pazienza, senza input, per dare a ciascuno il tempo di esprimersi al meglio.
Ritroviamo così la traccia autentica del vitigno e del terroir nelle annate, non fissabili ma, al contrario, inevitabilmente fedeli all'annata che le ha originate. Il vigneto è lavorato in biologico dal 2020 ed è in fase di certificazione.
Tutta la mia produzione è ovviamente esente da additivi stabilizzanti, antisettici o che abbiano un impatto sulla composizione chimica dei vini, ad eccezione dei prodotti chiarificanti naturali eventualmente autorizzati: argilla (bentonite) o proteine di pisello.
Nessun vino spumante al momento.
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