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Dopo un po’ di gavetta nella cantina di un nostro caro amico e tanto studio, nel 2018, accantonata la nostra precedente vita da archeologa per me e da storico dell’arte per mio marito, decidiamo di iniziare il nostro percorso agricolo e vitivinicolo. Abbiamo acquistato un casale in collina, con annesso che, con le nostre mani e quelle dei nostri amici, abbiamo trasformato in cantina. L’aspirazione era quella di una vita contadina e di una viticultura senza troppi compromessi, nel tentativo di recuperare e valorizzare l’antica tradizione vitivinicola del territorio di Gubbio, nell’alta Umbria. Così abbiamo iniziato affittando piccolissimi vigneti, una quindicina, che tutti assieme non arrivano a 4 ettari. Vecchi vigneti tra i 60 e i 120 anni, con alcuni veri monumenti vitivinicoli, che sarebbero stati espiantati. Noi pensavamo invece che questa fosse la base da cui partire con l’idea di selezionare il materiale genetico più interessante, da riproporre nei vigneti che nei prossimi anni impianteremo. Le viti trasudano storia e parlano del nostro paesaggio, noi intendiamo farle parlare ancora per qualche decennio almeno. Al momento opportuno ci saranno i nuovi vigneti loro figli a proseguire il discorso. La viticultura che abbiamo in testa è una pratica giornaliera, manuale, fatta di sensibilità e di osservazione continua. Cerchiamo di adottare in vigna tutte le tecniche naturali che ci consentono di intervenire il meno possibile, dalla biodinamica all’agricoltura del non fare del maestro Masanobu Fukuoka, senza pregiudizi o integralismi. L’obiettivo è avere un frutto di qualità altissima. Il lavoro prosegue in cantina per sottrazione, con l’intento anno dopo anno di interferire il meno possibile. L’azienda oggi si estende su circa 22 ettari, suddivisi tra vigneti, seminativi e bosco. Coltiviamo cereali e leguminose, che diventano nutrimento per i nostri animali da cortile e farine per la nostra tavola. Il bosco ci fornisce la materia prima per il riscaldamento domestico nell’ottica di un’economia circolare chiusa, volta il più possibile all’autosostentamento. Per tutti i nostri vini vengono eseguite le seguenti pratiche: In vigna si inerbisce e si seminano a mano essenze vegetali per migliorare la biodiversità ai piedi delle viti; come trattamenti usiamo solamente bassissime dosi di rame, zolfo e propoli. Le uve sono raccolte a mano da piante mediamente di 80 anni allevate a guyot a 500 metri slm, su due tipi di terreni: marnoso-arenacei e calcarei. Le rese variano dai 700 gr a 1,5 kg di uva per ceppo. In cantina si selezionano scrupolosamente i grappoli e si diraspa a mano su un graticcio. Le fermentazioni avvengono spontaneamente sui propri lieviti, senza controllo della temperatura ed evitando l’uso di coadiuvanti enologici ad eccezione di minime dosi di So2, aggiunta durante la diraspatura e all’imbottigliamento. La svinatura è sempre leggera, effettuata con torchio idraulico verticale per evitare lacerazioni delle bucce. Dopo la sfecciatura post fermentativa non si effettuano altri travasi. I vini non subiscono processi di stabilizzazione, né vengono filtrati o chiarificati. Si imbottiglia ed etichetta manualmente. Le pratiche in vigna e in cantina seguono e rispettano il più possibile i cicli lunari.
Nessun vino aranciat al momento.
Nessun vino spumante al momento.
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